Ven. Ott 11th, 2024

Pompei al Flacco, un viaggio dentro di noi

Maurizio Bugno, Gabriel Zuchtriegel e Iolanda Giovidelli. Ph. Massimo Iaquinangelo per Comete

Gabriel Zuchtriegel, direttore degli scavi di Pompei, è stato invitato dalla preside Iolanda Giovidelli, dell’istituto Liceo Quinto Orazio Flacco di Portici per presentare il suo nuovo libro “Pompei: la città incantata”

 

 

Apre l’incontro, la dirigente prof.ssa Iolanda Giovidelli, che dichiara che “la scuola ha aderito ad una rassegna di libri, di poesie ed all’interno di questa rassegna, che prende il nome “Le Parole dentro” abbiamo ritenuto opportuno invitare il direttore Zuchtriegel che ha scritto un libro interessante: Pompei, la città incantata. Questo libro svela un’altra faccia della famosa città, di questo sito archeologico e dell’archeologia moderna”

Presente all’evento anche l’epigrafista Chiara Vicario, che lavora nel settore turistico degli scavi di Pompei. Lei si occupa proprio dell’accoglienza e sostiene che “la scoperta non è solo nell’operazione di scavo”. Per lei la scoperta è anche stare al fianco degli operai sui cantieri e dei restauratori “che si prendono cura di ciò che sta emergendo”. Per tutti diventa un momento di “trepidante attesa perché non si sa mai cosa sta per venire fuori”.

Il libro tratta anche dell’archeologia moderna, e di tutte le nuovissime tecnologie adoperate negli scavi. Queste nuove tecnologie, suggerisce Chiara Vicario, possono “svelarci gli andamenti delle mura, o anche calcolare il perimetro della zona di ricerca”.

Per l’epigrafista avere l’onore di lavorare agli scavi è “una scoperta continua personale perché ci sono tante testimonianze spesso invisibili agli occhi” e si riferisce in particolar modo a ciò di cui lei si occupa “i tanti graffiti, i tanti disegni sui muri che ci raccontano i tanti aspetti della loro vita ed il lavoro diventa una scoperta quotidiana.”

In una magica atmosfera dettata dalla musica, una sinfonia di Beethoven viene suonata dall’alunno Andrea la Pastina che poi cede il pianoforte all’ex alunno Riccardo Ambrosino, che con il fratello Davide ha accompagnato l’esibizione canora del terzo fratello, Andrea, e della madre: Raffaella Ambrosino, soprano che ha trasmesso la sua passione ai figli.

La musica ha accompagnato la lettura dell’incipit e di altri paragrafi del libro, ad opera dell’attore Agostino Chiummariello, reso celebre dal successo “Mare Fuori”

La preside, prima di cedere la parola al moderatore, afferma proprio che “L’immagine di Pompei leggendo il libro si è palesata davanti ai miei occhi. Non solo come un sito archeologico, ma come un luogo dove ogni pietra racconta la storia dei suoi abitanti”. Quest’incontro con gli studenti ha lo scopo di stimolarli, e di ricordare che il primo compito della scuola è proprio promuovere la creatività e la cultura.

Il professor Maurizio Bugno si è occupato della presentazione dell’autore, evidenziando la stima che prova nei confronti di Zuchtriegel. “Nel suo libro si può perfettamente notare la tempra dello studioso e la profondità dell’uomo che c’è dietro”.

ph. Chiara Chirico per Comete

 

Gabriel Zuchtriegel, classe 1981, nasce in una piccola cittadina a sud della Germania e dal 2021 è il direttore degli scavi di Pompei.

La giovane età in cui ha raggiunto questo importante incarico, è spesso occasione di domande alla quale Zuchtriegel risponde ironicamente. “In Italia ti dicono che sei giovane fino ai cinquanta anni, non li prendono mai sul serio. E questo denota uno sviluppo probabilmente marcio della nostra società dato che prova ad attuare una forma di esclusione”.

Racconta ai ragazzi, non solo del Flacco ma anche del Nitti (Liceo artistico ed Istituto professionale) che sono venuti ad assistere alla conferenza, la sua storia e di come l’avvicinamento alla cultura classica sia riuscito a cambiare in qualche modo la sua prospettiva di vita.

Lui percepisce la classicità come un modo per “uscire dalla prigione del presente”. Una prigione rappresentata da una serie di problemi familiari che ha purtroppo vissuto.

Per quest’uomo, la finalità della ricerca non è solo nel trovare qualcosa, ma nel “riuscire a vedere un altro mondo”. La ricerca diventa un bisogno da esprimere e da indirizzare. Lui l’ha indirizzato verso “Qualcosa che aveva il suo fascino proprio perché non riuscivo a capirlo. È questo qualcosa che ci da l’energia per dedicarci a questa materia”.

Vedere qualcosa con gli occhi nuovi, una continua ed importante scoperta. Lui, per avvicinarsi ai ragazzi, fa l’esempio dei Promessi Sposi. Un libro che per gli studenti italiani diventa un’estrema costrizione, e del quale non si riesce a capirne la bellezza.

“Non è cambiato il libro” dice il direttore  “Ma i nostri occhi”.

Solo in questo modo, un ex alunno che non si definisce “ferrato in tutte le materie” è finito a dirigere gli scavi più importanti del mondo.

La stessa scoperta di questi scavi, spiega l’autore, ha portato all’epoca un perfetto miscuglio di “curiosità e scandalo”. Nel 1748, la società ha un rapporto completamente diverso con l’intimità e con la storia sociale che racconta Pompei. Pompei riesce a raccontare una storia viva, spirituale ed artistica dove ogni piccolo reperto parla del suo popolo, una realtà lontana dall’immaginario comune del Settecento. È così che nasce il Neoclassicismo, con l’obbiettivo di prendere quella società come modello, una società che porta con sé il grande fascino di far entrare in un mondo diverso. “Nel Settecento ci si concentrava sulla funzione estetica, nell’Ottocento hanno guardato verso il concetto di libertà che riusciva ad esprimere Pompei”

Nel libro, lui affronta anche il grande argomento delle nuove tecnologie e dell’Intelligenza Artificiale. E lui riesce a darne un risvolto completamente positivo. Afferma dunque che “è l’occasione per pensare a far entrare il nostro modello a contatto con una cosa nuova e rivoluzionaria”. Non ha senso combatterla, per lui è meglio considerarla un’opportunità. “Per l’immediata comunicazione e per permettere a noi archeologi di fare un lavoro più culturale e di tornare a dare un senso storico”. Con questo cambio di prospettiva lui riesce a valorizzare la creatività.

Già dall’inizio del suo lavoro come direttore gli avevano proposto di scrivere un libro su Pompei, ma aveva inizialmente rifiutato. “Ci sono tanti libri su Pompei, perché aggiungerne un altro?” si è domandato spesso. Il suo libro non racconta però soltanto Pompei come un sito archeologico, non ha una visione limitata ai reperti. La storia di Pompei, dei dolori degli abitanti o della loro vita quotidiana, può tornare fondamentale anche nelle nostre personali esperienze di vita.

Lo stesso titolo del libro, in tedesco, diventa una parola intraducibile in italiano. E come in ogni traduzione che si rispetti, c’e l’arduo compito di scegliere tra l’essenza letterale o se preservare il significato poetico. Il significato nella lingua madre dell’autore è “la meraviglia di ciò che si è rotto, cosa può dirci Pompei di noi”.

Le scoperte non vengono fatte quindi solo negli scavi archeologici, sarebbe riduttivo dire una cosa del genere.

“La più grande scoperta avviene dentro di noi, e ci sono sempre piccole vostre scoperte”, con queste parole Zuchtriegel conclude il suo discorso, coronato dal meritato applauso del pubblico in auditorium.

ph. Beatrice Varone per Comete

Una piccola sorpresa finale per l’autore viene fatta dai ragazzi di 3N, che con la guida del regista Gaetano Coccia, si è impegnata nel ricreare in un quadro vivente la megalografia della Villa dei Misteri.  Il regista lavora per Teatri 35 che si occupa di spettacoli all’interno di siti archeologici.

La conferenza è stata trasmessa anche in diretta streaming ed è possibile trovarla sul canale youtube dell’istituto Quinto Orazio Flacco:

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