“Camminare sempre!”, questo è il titolo del saggio che cerca di rendere evidente la connessione che esiste tra il corpo e la mente. Ogni capitolo del “manuale” può essere letto quindi con un senso letterale e simbolico ed è stato di recente inserito nella rassegna “le parole dentro”
in collaborazione con Marialaura Mosca
Il professor Giuseppe Genovese, docente di Filosofia, ha presentato il suo libro proprio nella scuola in cui insegna: il liceo Quinto Orazio Flacco, con la compagnia della Preside Iolanda Giovidelli e la professoressa Giusi Palazzo.
La preside precede uno dei temi trattati nel libro: “Camminare da soli o insieme?”. Naturalmente non esiste una risposta corretta a questa grande domanda, ognuno risponde a modo proprio. La personale risposta della donna non tarda ad arrivare, dando una propria interpretazione. “Se ci pensate bene la vita stessa è un percorso, dove non ci sono solo difficoltà. Però è proprio davanti alle difficoltà che si è da soli e che le scelte dipendono da noi stessi.”
Cede poi la parola alla professoressa Palazzo, che si occupa principalmente di fargli un’importante domanda che faceva riferimento alle parole di un grande filosofo, Cartesio, sostituendo però alla parola “Pensare” quella del libro: “Camminare”.
“Cammino quindi sono?” : camminare, spiega il professore, è l’unico modo per affrontare la vita perché ti porta inevitabilmente ad andare avanti.
In seguito all’intervento, il professore Genovese ha gentilmente risposto a delle domande che gli sono state rivolte.
Qual è lo scopo di questo libro?
“Ho cominciato a scrivere per mettere su carta alcune vicende della mia vita con il desiderio che potessero essere utili a qualcuno”.
Nel suo lavoro di insegnante, le esperienze da lei vissute sono state utili?
“Certo. Le esperienze che ho fatto nella mia vita hanno influito sulla mia attività di insegnante, sia quelle positive che quelle negative; tutti, infatti, conserva nella propria interiorità ricordi belli e brutti che influiscono sempre nei comportamenti e nelle relazioni”.
Ci sono cose che cambierebbe nel suo cammino?
“Nel cammino della vita? Vorrei aver avuto più coraggio in alcune situazioni. Molte volte, infatti, ho dovuto affrontare dei momenti difficili e problematici che hanno richiesto un cambiamento totale della direzione che avevo preso, e l’ho fatto. In altre circostanze, invece, mi sono ritrovato in uno stagno e non sono riuscito a cambiare subito ciò che andava cambiato”.
Quando ha iniziato a scrivere questo libro?
“Circa un anno fa, al rientro da un cammino in cui avevo maturato, come si legge nelle ultime pagine, conquiste ed insuccessi, ho deciso di voler riorganizzare e mettere su carta la mia esperienza”.
La vita è un cammino, quindi i giorni corrispondono ai passi?
“Ogni istante è un passo. Ognuno di essi è importante; se ci giriamo indietro possiamo vedere un insieme di tappe in maniera unitaria. Andando avanti ogni passo, sia esso fisico, sentimentale o intellettivo, merita la nostra attenzione. Oggi mi rendo conto che ogni mio passo potrebbe essere l’ultimo e lo sto aspettando, perché sarà il più prezioso di tutti”.
Che consiglio darebbe ai suoi studenti che aspirano a diventare camminatori-filosofi?
“Molto semplice: camminare sempre, in ogni senso”.
Il professore presenterà nuovamente il libro a villa Fernandez (Portici, Via Diaz), lunedì 13 maggio alle 18:30.