La mostra “Galdiatori” ha preso il ufficialmente il via, anche se a causa delle restrizioni per la situazione covid, momentaneamente solo in digitale sui canali social del Museo Archeologico Nazionale di Napoli. Si tratta di un vero e proprio viaggio nella storia e nella vita quotidiana dei celebri lottatori del mondo romano, idoli non solo del passato, ma anche del presente, grazie ai film che hanno sancito la celebrità di personaggi come il famoso Spartaco nella cultura di massa odierna. La mostra è composta complessivamente da 160 reperti, e si colloca nelle sale del MANN a partire dall’atrio, dove è presente uno straordinario rilievo marmoreo proveniente dalla necropoli marittima di Pompei, che raffigura una suggestiva scena di lotta tra gladiatori. Anche la vasta raccolta di armi, elmi e scudi è rinvenuta in gran parte dalla città distrutta dal Vesuvio nel 79; in alcuni casi si tratta di autentiche opere d’arte, forse utilizzate in occasione di parate. Invece, dal sito archeologico di Augusta Raurica, antica colonia romana nei pressi di Basilea in Svizzera, proviene un mosaico pavimentale di vaste dimensioni, che racconta minuziosamente le diverse modalità dei combattimenti. Sono presenti anche tre scheletri rinvenuti a York in Inghilterra in una necropoli di gladiatori, e molto particolare è la sezione, presente nel nuovo braccio del museo, dedicata a bambini e ragazzi che presenta anche il rapporto degli antichi lottatori romani con il cinema. L’obiettivo della mostra, però, è raccontare le sofferenze e il lato umano dei “mangiatori di orzo” (chiamati così poiché venivano dato loro da mangiare prevalentemente cereali e legumi). Infatti, questi grandi guerrieri erano pur sempre schiavi e avevano spesso delle vicende personali tristi e complesse. La straordinaria esposizione è finanziata dalla regione Campania, che continua a promuovere eventi storico-culturali nel territorio, nella speranza che presto l’online verrà sostituito con il pubblico dal vivo.

Carmelo Galdieri

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