– miniserie (2021) Messo alle strette da prove schiaccianti che lo indicano colpevole della morte di un giovane spacciatore di Camden Town, Hero, un giovane londinese di colore, decide di pronunciare da solo in tribunale la sua difesa finale, ricostruendo per la giuria le vicende che sembrano inchiodarlo alle sue responsabilità e delineando una storia d’ amore – di coppia e familiare – dai toni insoliti e struggenti allo scopo di giustificare le proprie scelte di vita e dichiararsi finalmente innocente. In una Londra molto più notturna che diurna, ma soprattutto in piccoli soffocanti interni dalla luce soffusa, si snoda così la narrazione del protagonista, gradatamente sempre più coinvolto dalla malavita della capitale e sempre più vincolato dai propri sentimenti a cedere alle sue logiche impietose, fino ad un finale sconvolgente e decisamente più dinamico rispetto al resto della storia. Se le soluzioni registiche non sono particolarmente originali – l’impianto del montaggio è tutto fondato sui flashback del protagonista – l’efficacia delle riprese in interno che sottolineano l’oppressione subita da Hero e l’ottima interpretazione del cast bilanciano qualche lungaggine di troppo; la scelta del finale, costruito attraverso elementi contrastanti e destabilizzanti, ribadisce la superiore potenza del proprio vissuto personale rispetto sia alla verità dei fatti che alle decisioni dei rappresentanti della legge. E’ evidente quindi come, rispetto al legal drama tradizionale, con le sue indagini più o meno complesse e la sua risoluzione lineare sigillata dal verdetto di una giuria, quest’opera segni una svolta consistente nel nome di un profondo soggettivismo, segno dei nostri tempi, e scavalchi con una certa disinvoltura l’idea della necessità di una giustizia collettiva e oggettiva che ripristini l’equilibrio e la sicurezza minati dal crimine in nome dell’irrinunciabilità delle proprie ragioni.
Francesca Gambardella