Lo scorso 24 settembre un ragazzo dell’istituto Pantaleo è precipitato dal secondo piano della scuola.
È accaduto poco prima dell’inizio delle lezioni del martedì, quando tutti gli studenti stavano entrando nelle aule. È stato trasportato pochi minuti dopo all’Ospedale del Mare ed ha ricevuto una lunga operazione chirurgica.
Purtroppo, anche dopo il tempestivo intervento dei medici, non ce l’ha fatta. È deceduto nella giornata di ieri.
La procura di Torre Annunziata ha aperto un’inchiesta sulla sua morte: si ipotizza infatti che si sia trattato di un atto volontario da parte del ragazzo. Secondo la loro ricostruzione, il ragazzo si trovava da solo nell’aula, senza la presenza nè di un insegnante di sostegno nè del personale scolastico.
Il ragazzo, affetto da disabilità visiva, sembra essere stato benvoluto dalla classe e non essere stato vittima di episodi di bullismo.
Ci si chiede perché una vita cosi giovane sia stata strappata cosi in fretta. Perché è accaduto?
Torre del Greco, cosi come il resto dei paesi vesuviani, è amaramente sconvolta. Morire giovani è tragicamente tristi, farlo in queste circostanze aumenta esponenzialmente il dolore. Gli studenti di tutta Italia sono maggiormente colpiti dalla notizia.
In città si sta diffondendo la voce che prima di lasciarsi cadere abbia lasciato nella classe gli occhiali da ipovedenti. È un suo ultimo messaggio?
La procura, per quanto sia importante l’impegno che ci mette, non può conoscere i pensieri di questo ragazzo. Non può sapere come si sentisse. Come si sentisse quel giorno non lo potrà sapere direttamente.
Quanto ha a che fare questo con i ragazzi? Quanto ha a che fare con l’ascolto? Non sappiamo se avesse mai chiesto aiuto, prima di compiere questo gesto. Non resta che un profondo rammarico su cosa si sarebbe potuto fare.
Gli studenti del Quinto Orazio Flacco si stringono nel dolore della famiglia e degli amici.