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Repertorio storiografico: 23 ottobre 1956. L’eroismo ungherese viene represso nel sangue

Il 23 ottobre 1956, in Ungheria, migliaia di studenti e operai scesero in piazza sfidando la dura occupazione sovietica che avrebbe represso nel sangue questa rivolta. Le motivazioni alla base dell’ insurrezione da parte della popolazione ungherese erano dovute essenzialmente a una disastrosa situazione economica con una forte iperinflazione, depauperamento dei salari, e l’assenza di prospettive nella fase dell’industrializzazione post-bellica che avevano portato i redditi del 1952 a due terzi del 1938. Ciò, combinato con una forte insicurezza dal punto di vista economico e sociale, pose le basi per la rivolta. I moti popolari avvennero nella notte tra il 19  e il 21 ottobre 1956  dove la folla acclamò l’ex primo ministro Nagy, ritenuto l’oppositore numero uno di Rakosi. Per paura di non riuscire a placare la rivolta, il Comitato centrale del Partito comunista decise di richiamare a capo del governo Nagy, ma allo stesso tempo chiese a Mosca l’invio dell’esercito. Il nuovo governo presieduto da Nagy scioglie la  polizia segreta stalinista e  giornalisti e  pensatori e oppositori del regime tornarono ad aver voce ovunque nella nazione. Ma, queste premesse di riscatto e di libertà avrebbero avuto vita molto breve, infatti il 4 novembre Nikita Chruscev inviò nella capitale ungherese 200 mila soldati e migliaia di carri armati come risposta alla decisione ungherese di uscire dall’alleanza politico-militare dei paesi comunisti. 2600 le persone morte durante i giorni della rivoluzione ungherese, di fronte all’indifferenza dell’Occidente impegnato nella controversia del Canale di Suez, nazionalizzato dal generale Nasser, operazione che monopolizzava l’attenzione degli Usa, della Francia e della Gran Bretagna che di lì a poco avrebbero inviato le portaerei. Il sacrificio eroico degli studenti ungheresi non sarebbe passato inosservato, destinato, invece, a diventare simbolo di indipendenza e libertà e avrebbe ispirerato anche la Primavera di Praga, aancora repressa nel sangue da parte delle truppe sovietiche.

Raffaele Borrelli

Inno della rivolta ungherese cantato in una scuola media a Budapest:

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