Il mondo del calcio è magico. Imprese, sacrifici e storie che si intrecciano in un’unica grande matassa. Quando idee e buone gestioni si mescolano perfettamente l’alchimia del successo è quasi una conseguenza. E dietro gli accecanti riflettori degli artisti del pallone ed i maxi contratti da capogiro si celano delle realtà meno blasonate ma di certo non meno importanti. È il caso della controparte sportiva femminile, che non riesce ancora ad esplodere nel nostro paese, ma che è fortemente presente e reclama la sua fetta di considerazione.
Durante la nostra spedizione esterna a Castel di Sangro in occasione del ritiro del Napoli calcio, abbiamo ritenuto giusto raccontare la storia di un’altra meritevole società partenopea, quella delle azzurre di Raffaele Carlino. Abbiamo partecipato agli eventi organizzati dalla società durante il ritiro a Rivisondoli per poter testimoniare fedelmente la filosofia di un team di giovanissime donne che hanno dedicato la loro vita al campo da gioco.
Il workshop è stato incentrato sul mondo degli sponsor e della comunicazione nel calcio femminile, toccando diversi punti interessanti.
Problemi logistici: Se il mondo dello sport al sud fatica a decollare è colpa di una mancata organizzazione economico finanziaria delle risorse logistiche gestite dal comune. Dopo le Universiadi la regione Campania si è fatta promotrice di un messaggio di rinnovo e cambiamento, ma sono ancora poche le zone capaci di ospitare realtà di spessore come quella delle azzurre. Secondo il presidente Carlino la città non riesce a fornire le garanzie che le società meriterebbero, e questo porterebbe molti atleti ed imprenditori verso lo sviluppo di un’abilità tutta napoletana: “l’arte di arrangiarsi”.
Riapertura stadi: Le calciatrici, così come i calciatori, amano il contatto con il pubblico. La carica di un’esultanza sfrenata dopo un gol o l’incitamento dei cori dei tifosi sono fondamentali. Ecco perché gli stadi devono rimanere aperti. Attualmente il governo non ha ancora abbattuto il tetto massimo di spettatori, ma si va verso una parziale riapertura al 50%. Questo potrebbe essere fondamentale per piccole realtà come il Napoli femminile, il cui Stadio Caduti di Brema può contenere circa 4.000 persone.
Identità: La gestione social e marketing è fondamentale in un club che punta a crescere. Le azzurre hanno stretto partnership con La Reggia Outlet e con molte altre realtà campane. Gli spot sui social stanno accumulando visite e la società punta a rafforzare nel tempo il proprio rapporto con i partners. Per farlo, le azzurre cambiano nome, divenendo Napoli Calcio femminile, al posto di Carpisa Yamamay Napoli. L’obiettivo è rendere il club direttamente ricollegabile alla città, abbattendo le barriere create dagli sponsor. Inoltre la società ha investito nel settore giovanile tesserando 130 nuove talentuose ragazze.
Ecosostenibilità: Si parla spesso di innovazione e di ecologia sui social e nelle piazze. Il Napoli ha deciso di muoversi come società in questa direzione, sponsorizzando un nuovo modello di calzini creati con il bambù. L’articolo possiede capacità antibatteriche, morbidezza e capacità di adattarsi a qualsiasi stagione. Anche Carpisa, main sponsor della società, dalla prossima stagione commercializzerà borse usando quel materiale.
Francesco Maddaluno
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