Ven. Ott 11th, 2024

REFERENDUM GIUSTIZIA: COSA COMPRENDE E COME VIENE STRUTTURATO

Matteo Salvini ed il Partito Radicale fanno fronte comune nella stesura di sei punti chiave con la pretesa di rivoluzionare il sistema della giustizia italiana. Servirebbero circa 500 mila firme per ogni punto fino a metà settembre in vista del voto della primavera 2022. La raccolta firme parte dal 2 luglio nelle piazze e nei municipi italiani. 

I sei punti: 

  • Riforma del CSM (Consiglio Superiore della Magistratura);
  • Responsabilità diretta dei magistrati; 
  • Equa valutazione dei magistrati; 
  • Separazione delle carriere dei magistrati;
  • Limiti agli abusi della custodia cautelare; 
  • Abolizione del decreto Severino. 

Che cosa significa?: 

La riforma del Csm servirebbe per “ostacolare il consolidarsi di aggregazioni di interesse che trascendano il corretto esercizio delle funzioni consiliari”, la Commissione propone di riformare il metodo di elezione dei componenti togati del Csm, attraverso l’introduzione del sistema del voto singolo trasferibile. Secondo la Commissione, questo metodo permetterebbe di valorizzare fortemente il potere di scelta dell’elettore, eliminando il fenomeno del voto inutile, grazie al trasferimento ad altri candidati delle preferenze espresse dagli elettori di candidati già eletti o giunti ultimi nel confronto elettorale. “Due terzi del Csm è composto da magistrati eletti. Per potersi candidare servono almeno 25 su 50 firme, il che obbliga di fatto all’adesione di una delle correnti. Tramite questo referendum chiunque si potrà candidare, colpendo il fenomeno del correntismo” chiarisce Salvini tramite una nota Twitter. 

La responsabilità diretta dei magistrati, ridotta allo slogan “Chi sbaglia paga”, è il secondo punto del Referendum Giustizia, che servirebbe nelle intenzioni a dare giustizia ai cittadini accusati ingiustamente o finiti in carcere da innocenti, tramite una diretto processo al magistrato che ha commesso l’errore giudiziario. 

L’Equa Valutazione dei magistrati, estenderebbe anche ai rappresentanti dell’Università e dell’Avvocatura nei Consigli Giudiziari la possibilità di valutare i magistrati, che ad oggi vengono giudicati dallo stesso Csm. 

La separazione delle carriere dei magistrati, obbligherebbe il magistrato a scegliere ad inizio carriera la funziona giudicante o requirente, per poi mantenere il ruolo per l’intero arco della sua vita professionale. Secondo i sostenitori del referendum, questo provvedimento servirebbe per garantire a tutti un giudice “terzo e trasparente”. 

Per limitazione degli abusi della custodia cautelare, si intende eliminare la possibilità di procedere con essa per “reiterazione del medesimo reato”, con l’obiettivo di far finire in carcere prima della conclusione del processo soltanto gli accusati di reati gravi.  

L’abolizione del decreto Severino servirebbe per abolire l’intera legge, che prevede la decadenza o la sospensione di sindaci e funzionari amministrativi qualora condannati anche in via non definitiva. La legge, inoltre, prevede quattro deleghe al Governo italiano in materia di prevenzione della corruzione.

La risposta dell’Anm: L’Associazione nazionale magistrati promette battaglia contro i referendum sulla giustizia presentati dai Radicali e dalla Lega di Matteo Salvini. “Il fatto stesso che si porti avanti il tema referendario sembra esprimere un giudizio di sostanziale inadeguatezza dell’impianto riformatore messo su dal Governo; e fa intendere la volontà di chiamare il popolo ad una valutazione di gradimento della magistratura, quasi a voler formalizzare e cristallizzare i risultati dei vari sondaggi di opinione che danno in discesa l’apprezzamento della magistratura. Credo che spetti all’Anm una ferma reazione a questo tipo di metodo” ha detto il presidente Giuseppe Santalucia, parlando al Comitato direttivo centrale dell’Anm.

Francesco Maddaluno

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