Da quando Patrizio Bianchi è stato nominato ministro dell’istruzione del governo Draghi, si è acceso un grande dibattito sul futuro della scuola. Sono nate le prime ipotesi sulle possibili decisioni nei prossimi mesi. L’economista emiliano ha recentemente pubblicato con la casa editrice Il Mulino “Nello specchio della scuola. Quale sviluppo per l’Italia”. In questo saggio espone la sua visione della scuola italiana, mettendo in evidenza problematiche e necessità e delineando i programmi di una riforma. Al tempo stesso si è acceso il dibattito sul nuovo esame di maturità : le linee guida annunciate vengono incontro alle richieste formulate dagli studenti durante gli scioperi delle ultime settimane.

Leggendo le parole dell’ex assessore dell’Educazione dell’Emilia Romagna è possibile individuare delle direttrici precise sulle quali si potrebbe sviluppare la futura riforma. Uno dei punti del programma di Bianchi, ad esempio, si concentra sul rafforzamento dei percorsi professionali. Il ministro dichiara anche l’intenzione di portare l’obbligo scolastico a 17 anni. Per quanto riguarda i licei, invece, si pensa di ridurre il corso a 4 anni come hanno già fatto molti paesi europei, per introdurre prima nel mondo del lavoro gli studenti italiani, frequentemente superati dai coetanei stranieri. Bianchi, inoltre, spiega di voler lavorare sulla preparazione dei docenti, spesso trascurata durante le selezioni, investire sulle competenze digitali, ormai sempre più importanti, e dare più spazio alle prove invalsi.

Sofia Sardella

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