ROMA – Con l’entrata in vigore il 1° giugno 2025 del nuovo Codice deontologico delle giornaliste e dei giornalisti, la professione giornalistica in Italia compie un importante passo in avanti, allineandosi con le sfide del nostro tempo. Approvato all’unanimità dal Consiglio nazionale dell’Ordine dei giornalisti, il nuovo testo sostituisce ufficialmente il Testo Unico dei doveri del giornalista, segnando una netta discontinuità non solo nella forma, ma anche nello spirito con cui si affrontano le responsabilità dell’informazione.
Un documento rinnovato, frutto del confronto e dell’ascolto
Non si tratta di una semplice revisione, ma del risultato di un lavoro articolato e partecipato, durato anni, che ha coinvolto enti, sindacati, associazioni di categoria e soggetti che, nel tempo, hanno contribuito alla costruzione di una deontologia giornalistica condivisa. Le cosiddette “carte deontologiche”, come la Carta di Treviso, la Carta di Roma o la Carta dei doveri dell’informazione economica, sono state storicamente integrate nel nuovo impianto normativo, mantenendo il loro valore di riferimento per l’interpretazione etica dei casi più complessi. La volontà è stata chiara: costruire uno strumento agile, ma non superficiale, capace di accompagnare il lavoro quotidiano delle giornaliste e dei giornalisti con chiarezza, sintesi e responsabilità, senza rinunciare alla profondità e all’umanità del mestiere.
Intelligenza Artificiale e nuove sfide: la deontologia si evolve
Tra le novità più significative, spicca l’introduzione di principi guida sull’uso dell’Intelligenza Artificiale nel giornalismo. Un tema oggi imprescindibile. Dall’automazione delle notizie alla creazione di contenuti generativi, l’IA rappresenta una risorsa potente ma ambivalente, che impone nuove responsabilità. Il Codice invita al rigore, alla trasparenza e al controllo umano nell’utilizzo di queste tecnologie, tutelando l’autenticità dell’informazione e il diritto dei cittadini a essere informati in modo corretto, verificabile e non manipolatorio. Si afferma così con forza il principio che l’etica giornalistica non può essere delegata a una macchina: la responsabilità resta sempre, e comunque, umana.
Un giornalismo al servizio del cittadino
L’impianto del nuovo Codice guarda a un’idea di giornalismo vicino alle persone, fondato sul rispetto della dignità umana, sulla tutela dei soggetti più fragili, sull’impegno contro ogni forma di discriminazione. Si rafforza l’obbligo alla verifica dei fatti, alla correttezza linguistica, alla tutela delle fonti e alla gestione consapevole dell’impatto che ogni notizia può avere su individui e comunità.
In questo senso, il Codice si configura come una bussola per orientarsi in un’epoca segnata dalla sovrabbondanza informativa, dalle fake news e dalla disinformazione strutturata. In un mondo in cui tutti possono “pubblicare”, ma non tutti sono giornalisti, il nuovo testo riafferma il senso profondo del mestiere: servire la verità con metodo, umanità e indipendenza.
Parola d’ordine: responsabilità
Con questo rinnovamento, il Consiglio nazionale dell’Ordine dei giornalisti intende dare un messaggio forte alla categoria, ma anche al pubblico: la professione si evolve, ma non abdica ai suoi doveri fondamentali.
“Abbiamo costruito un Codice che guarda al futuro, senza dimenticare le radici del nostro mestiere – ha dichiarato il Presidente del Cnog –. L’informazione è un bene pubblico, e come tale va trattata. Chi la esercita ha diritti, ma soprattutto ha il dovere di rispettare la fiducia dei cittadini.”
Il nuovo Codice è già disponibile in formato integrale sul sito ufficiale dell’Ordine dei Giornalisti, accompagnato da materiali di approfondimento e riferimenti alle carte storiche che continueranno a fornire un quadro interpretativo essenziale. Il giornalismo cambia, ma il suo cuore resta lo stesso: raccontare il mondo con onestà, intelligenza e rispetto.