Gio. Giu 12th, 2025

Papa Leone XIV: “Comunicare la verità con coraggio, senza mai cedere alla mediocrità”.

ph. Massimo Iaquinangelo per Co.Me.Te

Città del Vaticano – In un momento storico segnato da tensioni, conflitti e un crescente smarrimento etico nel mondo dell’informazione, Papa Leone XIV ha voluto rivolgere oggi un messaggio diretto e appassionato ai giornalisti di tutto il mondo. Nell’Aula Paolo VI, colma di operatori dei media riuniti a Roma in occasione del Conclave, il Pontefice ha pronunciato un discorso che è andato ben oltre i confini della Chiesa cattolica, tracciando le coordinate di una comunicazione più umana, responsabile e costruttiva.

“Chi comunica non distribuisce semplicemente notizie: semina cultura, plasma coscienze, costruisce o distrugge relazioni”, ha affermato Leone XIV, esortando i presenti a riscoprire il cuore autentico del loro mestiere. Al centro del suo intervento, l’invito a disinnescare l’aggressività del linguaggio e a promuovere uno stile narrativo pacifico, sobrio, radicato nella verità.

Un appello alla libertà e al coraggio

In un passaggio particolarmente toccante, il Papa ha espresso la propria solidarietà verso i giornalisti imprigionati per aver tentato di raccontare realtà scomode. “La loro sofferenza interroga le coscienze delle nazioni”, ha detto, “e ci ricorda che il diritto ad essere informati è il fondamento stesso della libertà.” Ha poi chiesto con forza il rilascio di chi è detenuto per amore della verità, definendoli “sentinelle della dignità umana”.

Dal Conclave alla Pasqua: cronisti di speranza

Il Papa ha anche ringraziato i media per la copertura del recente Conclave e degli eventi pasquali, ricordando la delicatezza con cui è stato raccontato il passaggio di Papa Francesco. “Avete saputo narrare il dolore e insieme la speranza, la morte e la resurrezione. Questo è già un atto di pace.”

Contro la superficialità, per un linguaggio che ascolta

Leone XIV ha poi messo in guardia contro i rischi della comunicazione vuota, rumorosa, spesso fondata su slogan, polarizzazioni e sensazionalismi. “Non servono parole muscolari, ma parole che ascoltano, che includono, che danno voce a chi non ce l’ha.” Un’idea che rimanda direttamente all’immagine evangelica dei “costruttori di pace”, che il Pontefice ha fatto propria come modello di comunicazione. Lo sguardo del Santo Padre si è poi allargato alla dimensione tecnologica e digitale: “La crescita dell’intelligenza artificiale non può esimerci dalla responsabilità umana. Ogni strumento è neutro fino a quando non scegliamo come usarlo: per costruire, o per dominare.” Un passaggio che ha evidenziato l’urgenza di un discernimento etico anche nei nuovi ambienti digitali, troppo spesso teatro di disinformazione e manipolazione.

Comunicazione come missione di pace

“Disarmare la comunicazione è già un passo per disarmare la terra”, ha detto Leone XIV in uno dei passaggi più citati del suo intervento, concludendo con un invito forte ma concreto: scegliere ogni giorno, con coraggio, uno stile comunicativo che costruisca fiducia, ascolto e relazioni autentiche. L’udienza si è chiusa con la benedizione apostolica, ma anche con tanti sorrisi, strette di mano e volti emozionati. Il messaggio è chiaro: il giornalismo non è solo un mestiere. È una vocazione che può contribuire a rendere il mondo più giusto, più consapevole, e più umano.

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